giovedì 21 gennaio 2010

LECTIO DIVINA : 3ª Dom. Tempo Ordinario C.



Orazione iniziale

Signore Gesù, invia il tuo Spirito, perché ci aiuti a leggere la Scrittura con lo stesso sguardo con il quale l'hai letta Tu per i discepoli sulla strada di Emmaus. Con la luce della Parola, scritta nella Bibbia, Tu li aiutasti a scoprire la presenza di Dio negli avvenimenti sconvolgenti della tua condanna e della tua morte. Così, la croce che sembrava essere la fine di ogni speranza, è apparsa loro come sorgente di vita e di risurrezione.

Crea in noi il silenzio per ascoltare la tua voce nella creazione e nella Scrittura, negli avvenimenti e nelle persone, soprattutto nei poveri e sofferenti. Questo noi chiediamo a Te, Gesù, figlio di Maria, che ci hai rivelato il Padre e inviato lo Spirito. Amen       

Prima lettura: Neemia 8,2-4a.5-6.8-10

          Questo brano fa parte della seconda parte del libro di Neemia (cc. 8-9) e presenta la promulgazione della legge giudaica. In questi passi troviamo il prototipo della lectio divina sinagogale. Si può dire che la scelta di questa pagina è motivata dal brano evangelico, che contiene la prima lectio divina guidata da Gesù e ricordata dagli evangelisti. Infatti, la liturgia sinagogale descritta in Ne 8 contiene gli elementi essenziali della lectio divina:lettura del testo sacro e ascolto silenzioso (vv3ss), meditazione e spiegazione del senso (v 8ss), trasformazione dell’ascolto in preghiera (v.6.9-10). Essa è un modello di lectio fecondo e stimolante perché trasformò gli israeliti presenti.

Seconda lettura: 1Cor 12, 12-31a

        Il passo paolino continua la tematica dei carismi, utilizzando il simbolo del corpo, in rapporto alla comunità cristiana, per mostrare con efficacia che la diversità dei carismi e delle funzioni debbono servire allo sviluppo armonioso del popolo di Dio, perché dono dell’unico Spirito all’unico corpo che è la Chiesa. Con questa immagine, Paolo presenta una ecclesiologia pneumatica e ci ricollega alla cristologia del terzo evangelista, insinuata nel brano evangelico di oggi (vv.14ss) dove ci viene presentato Gesù, uomo dello Spirito fonte e modello della Chiesa, che è il suo corpo. Se tutte le membra della comunità cristiana si lasceranno guidare e animare dallo Spirito a somiglianza del Cristo, allora non solo non esisteranno divisioni, rivalità, scismi e fratture, ma il corpo della Chiesa crescerà armoniosamente e il popolo di Dio svolgerà con efficacia la propria missione profetica.

Terza lettura: Lc 1,1-4;4,14-21

a. Presentazione del testo       

   Il brano evangelico di oggi è formato dal proemio del Vangelo lucano (1.1-4) e dal brano che descrive la inaugurazione del ministero pubblico di Gesù in Galilea ambientata nella sinagoga di Nazaret in giorno di sabato (Lc 4,14-21). Il proemio c’invita ad approfondire un aspetto dottrinale e culturale importante: l’attendibilità storica dei racconti e degli eventi contenuti negli scritti lucani. Infatti, l’autore dice che prima di comporre in modo ordinato i suoi due libri, egli ha fatto “ricerche accurate su ogni circostanza fin dagli inizi” (v.3). L'opera è dedicata a Teofilo, personaggio di famiglia elevata, appartenente alla nobiltà.

         Con il discorso di Gesù a Nazareth, Luca intende introdurre e illuminare tutto il ministero pubblico di Gesù. Isaia 61,1-2 contiene in sintesi i grandi temi che caratterizzano il suo vangelo e quelli a lui più cari: lo Spirito Santo, l’unzione messianica, la liberazione escatologica, la gioia messianica, l’intervento divino a favore dei poveri e degli oppressi, la proclamazione dell’anno di grazia. Quel programma che in Marco è inaugurato con la proclamazione: “Il tempo è compiuto, il regno di Dio è vicino, convertitevi e credete al vangelo” (Mc 1,14-15) e in Matteo si evolve nel discorso della montagna (Mt 5, 1-48), in Luca si offre nel centro del culto ebraico: ciò che si compie non è il tempo, ma la Scrittura.

b. Spiegazione del testo:

vv.14-15 E ritornò nella potenza dello Spirito.., ed Egli insegnava

Gesù è presentato come una persona sotto l’influsso costante dello Spirito Santo. La potenza dello Spirito con cui agisce si manifesta nell’autorità e nella potenza della sua parola che vince il male. Il tema dello Spirito Santo è molto caro a Luca;  infatti non si ferma a menzionarlo solo nei primi tre capitoli(1.15,35.41.67.80; 2,25.26.27; 3,22), ma anche nel resto del suo Vangelo, dove egli ne fa menzione più volte in confronto agli altri Sinottici (4,1.14.18; 10,21; 11,13).

Insegnava: Il suo insegnamento passerà dalla sinagoga alla strada (v.43) e si completerà nella casa (5,17ss). Sono i tre luoghi in cui si annuncia il vangelo: nella sinagoga, che è Israele, per la strada, che è la missione, e nella casa, che è la chiesa. L’attività di Gesù è itinerante e instancabile: vuol raggiungere l’uomo in tutte le sue situazioni.

vv. 16-17: si recò a Nazaret, ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga, si alzò a leggere. A Nazaret: Luca, pone l’inizio del ministero di Gesù tra i suoi e, respinto da essi, la sua parola trasmigrerà e fruttificherà altrove.  Di sabato: perché la sua parola apre all’uomo il nuovo giorno di Dio. In esso si entra attraverso l’ascolto e l’obbedienza a lui ascoltatore perfetto del Padre. Si allude al fatto che il Cristo risorto legge e fa riconoscere nella sinagoga il significato della Parola data a Israele. La sinagoga risulta essere luogo frequentato da Gesù. Qui, fin dai primi anni dell’età adulta, egli ha ascoltato la Parola di Dio e l’ha interpretata secondo la tradizione viva del popolo. Ogni ebreo adulto poteva prendere parola, i capi della sinagoga generalmente affidavano questo compito a coloro che fossero esperti nelle Scritture. Il fatto che Gesù si alzi per leggere, indica che era abituale per lui il farlo come gli era abituale di sabato andare nella sinagoga; il testo dimostra che egli è un figlio di Israele esperto nella lettura e nell’interpretazione della Torah e dei Profeti. La fede cristiana nasce quindi dai rappresentanti fedeli del popolo d’Israele nei quali l’attesa è giunta a maturazione. Tutti i personaggi di Luca sono autentici israeliti: Zaccaria, Elisabetta e Giovanni, Maria, Giuseppe e Gesù, gli apostoli e poi negli Atti, Paolo. È “un solito” che porta con sé un qualcosa di nuovo. La sinagoga è il luogo da cui parte l’annuncio per estendersi alle città di Giuda e di Galilea, a tutto Israele e fino agli estremi confini della terra. Da un culto sinagogale incapace di accogliere la Parola antica che si compie nell’oggi, si passa al culto della sequela nelle strade del mondo.

vv. 18-19 : “Lo Spirito del Signore è su di me…”    Il testo di Is 61,1-2 descrive la chiamata e la missione del profeta come annuncio e messaggio di consolazione, nella Sinagoga di Nazaret, Gesù applica a sé questo testo. Di fatto, Egli è unto da Dio Padre con lo Spirito Santo per la missione; il compito di tale missione consiste nell'annunziare il lieto messaggio ai poveri, nel proclamare la liberazione ai prigionieri, nel dare la vista ai ciechi, nel rimettere in libertà gli oppressi, nel predicare l'anno di grazia. Si tratta di una funzione che ha carattere profetico e insieme messianico; a tale compito egli è abilitato dallo Spirito Santo a lui donato da Dio Padre come unzione per la consacrazione. Inoltre, Gesù è presentato come centro della rivelazione biblica, perché nella sua persona si compiono gli oracoli dell’Antico testamento; si tratta di un aspetto cristologico molto significativo nel terzo Vangelo, basta ricordare l’ammonimento del Risorto ai due discepoli di Emmaus sulla necessità del compimento di tutte le Scritture nella sua persona (Lc 24,25ss).Con altrettanta chiarezza Gesù, la sera della sua risurrezione, ammaestra gli apostoli “…bisogna che si compiano tutte le cose scritte su di me nella legge di Mosè, nei Profeti e nei salmi. Allora aprì loro la mente all’intelligenza delle Scritture..” (Lc 24,44-45)

v. 20, avvolto il volume..e sedette..Gesù “chiude” il libro. Con lui, che si è alzato, apre, proclama e si siede, è chiuso il tempo della promessa e si apre il tempo della realtà: il tempo finalmente è compiuto (cf mc 1,15)! Gesù parla seduto, la posizione tipica di chi insegna. Gli occhi ormai sono fissi su di lui, nel quale la Parola si fa carne e il libro si fa storia.

v.21. Oggi si è riempita questa Scrittura nei vostri orecchi.,Gesù non commenta le parole di Isaia, ma le attualizza. La sua è parola evento –rhêma - (At 10,37), una parola che è già salvezza. La profezia diventa viva, è in atto. L’interpretazione di Gesù supera ogni aspettativa. Nella Parola è presente l’oggi, quell’oggi tipico dell’evangelista che è l’oggi della salvezza, l’oggi dell’adempimento in corrispondenza con l’udito (cfr Rom 10,17). Essenziale per Luca è l’ascolto; infatti, la realizzazione delle promesse antiche che si ripete in tutta l’opera lucana (Lc 9,51; At 2,1; 19,21) è per coloro che ascoltano: gli anawin, i poveri, gli oppressi, i preferiti di Jhwh (Is 11,4;29,19) e ora i preferiti di Gesù (Mt 11,28).                               

Dall’esperienza Carmelitana:

S.Teresa del Bambino Gesù legge, medita 1 Cor 12-13 e scopre la sua vocazione nella Chiesa .Leggiamo dai suoi scritti:

“Durante l'orazione, i miei desideri mi facevano soffrire un vero martirio: aprii le epistole di  san Paolo per cercare una risposta. I capitoli XII e XIII della prima epistola ai Corinzi mi caddero  sotto gli occhi. Lessi, nel primo, che tutti non possono essere apostoli, profeti, dottori, ecc.; che la  Chiesa è composta di diverse membra, e che l'occhio non potrebbe essere al tempo stesso anche  la mano. La risposta era chiara, ma non colmava il mio desiderio, non mi dava la pace. Come  Maddalena chinandosi sempre sulla tomba vuota finì per trovare ciò che cercava, così,  abbassandomi fino alle profondità del mio nulla, m'innalzai tanto in alto, che riuscii a raggiungere il  mio scopo. Senza scoraggiarmi, continuai la lettura, e trovai sollievo in questa frase: "Cercate con  ardore i doni più perfetti, ma vi mostrerò una via ancor più perfetta". E l'Apostolo spiega come i  doni più perfetti sono nulla senza l'Amore. La Carità è la via per eccellenza che conduce  sicuramente a Dio. 

                Finalmente avevo trovato il riposo. Considerando il corpo mistico della Chiesa, non mi ero  riconosciuta in alcuno dei membri descritti da san Paolo, o piuttosto volevo riconoscermi in tutti. La  Carità mi dette la chiave della mia vocazione. Capii che, se la Chiesa ha un corpo composto da  diverse membra, l'organo più necessario, più nobile di tutti non le manca, capii che la Chiesa ha  un cuore, e che questo cuore arde d'amore. Capii che l'amore solo fa agire le membra della  Chiesa, che, se l'amore si spegnesse, gli apostoli non annuncerebbero più il Vangelo, i martiri  rifiuterebbero di versare il loro sangue... Capii che l'amore racchiude tutte le vocazioni, che l'amore  è tutto, che abbraccia tutti i tempi e tutti i luoghi, in una parola che è eterno”.(MA 253-254)

Orazione finale

O Cristo, servo obbediente del Padre in tutto sospinto dallo Spirito, tu hai portato a compimento le divine Scritture. La tua missione di servo continua nella Chiesa, “popolo di umili e di poveri”, inviato in tutto il mondo per gli uomini di ogni tempo. Di fronte al male dilagante, alla violenza e alla corruzione, non permettere che ci assalga uno zelo amaro e turbolento, un istinto di impazienza e di vendetta, ma donaci il tuo buono Spirito di mansuetudine e di pace, di giustizia e di pietà, di forza e di dolcezza, perché così venga a cominciare dai nostri cuori, il tuo regno di santità e di amore. Amen.


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