venerdì 29 gennaio 2010

LECTIO DIVINA - IVª DOM. Tempo Ordinario C

PREGHIAMO INSIEME
Spirito di bellezza, Tu che ci porti nella gioia dell'amore la bellezza ineffabile donaci di desiderare le bellezze spirituali che non tra¬montano e non appassiscono mai; Aiutaci a cercare la Bellezza assoluta, quella che è nascosta in Dio e che noi dobbiamo scoprire. Attiraci verso il Bello che non delude, ma dona realmente ciò che promette e rendici sensibili alla bellezza segreta del Volto di Cristo. Insegnaci a riconoscere in tutti gli esseri la bellezza di cui il Padre celeste li riveste, riflesso della bellezza divina. Tu che vivi e regni per sempre. AMEN
PRIMA LETTURA: Ger 1,4-5.17-19 ”Ti ho stabilito profeta delle nazioni.”
Geremia è chiamato da Dio ad essere profeta delle nazioni. la Chiesa è una Comunità di profeti. Ma che cosa vuol dire “essere profeta”? Il profeta è la coscienza critica del popolo, una coscienza critica non tanto in nome della ragione, quanto in nome della Parola di Dio. Il profeta perciò è un “essere-contro”. La denuncia profetica è “giudizio di Dio” sulle vicende umane e insieme comunicazione del suo santo volere. E’ sempre perciò un invito alla conversione del cuore, personale e collettiva. E’ opera di un amore appassionato per gli uomini e per Dio. Il profeta è il difensore degli oppressi, dei deboli, degli emarginati; sempre dalla loro parte; è la loro voce; è la voce di chi non ha voce; è chiamato ad essere responsabile di Dio di fronte agli uomini e responsabile degli uomini di fronte a Dio. Il profeta è l’uomo della speranza. Nei momenti più duri della storia del popolo eletto (deportazioni, esilio, sofferenze) le parole del profeta sono parole di consolazione e di fiducia. Denunciata l’infedeltà del popolo, il profeta annuncia la fedeltà di Dio, su cui si fonda solidamente la speranza.

SECONDA LETTURA: 1 Cor 12,31-13,13 ”Rimangono la fede, la speranza, la carità; ma la più grande di tutte è la carità.”

Alla Comunità di Corinto, in cui alcuni sembrano aspirare a dei ruoli per mettere in mostra se stessi, Paolo, indica la strada dell’Amore: solo così il cristiano si pone nella linea del profeta che diventa segno di Dio in mezzo ai suoi. La Chiesa è Comunità profetica in concreto, in quanto è Comunità di amore gratuito ed universale .

VANGELO: Lc 4,21-30 – ”Gesù come Elia ed Eliseo è mandato non per i soli Giudei.”
Presentazione del testo
Ci troviamo ancora con nella sinagoga di Nazareth. Dopo la lettura delprofeta Isaia, pagina nella quale Gesù riconosce la sua vocazione e missione di Messia inviato dal Padre per la liberazione di tutti coloro che sono oppressi da situazioni disumane o da condizionamenti vari(Lc 4,18), e quindi inviato per l’annuncio dell’accoglienza di Dio verso ogni uomo (Lc 4,19), Egli procede alla sua omelia (Lc 4,21-30). È un discorso finalizzato a far prendere coscienza dell’Oggi di Dio nella vita di coloro che sono in ascolto, ovvero di Israele e della Chiesa.
Spiegazione del testo:
v.21 ”Oggi si é compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato” Gesù é l'ascoltatore perfetto che compie la volontà del Padre: la sua parola in lui si fa realtà e vita suo oggi. A sua volta chi ascolta Gesù e fa la sua parola si trova a vivere nello stesso oggi e diventa della sua famiglia.
v.22 ” e tutti testimoniavano per lui e si meravigliavano ”: La Parola di Gesù é chiamata ” parola di grazia” . in lui la grazia e la benevolenza di Dio si sono rese visibili e operanti. Ma c'é uno scandalo insuperabile, che avrà come frutto la croce. Tale scandalo non sarebbe stato minore neanche se avesero saputo che colui che credevano di conoscere non era il Figlio di Giuseppe , bensi il Figlio di Dio.
Quel Dio che aveva promesso di salvare l'uomo perche lo ama, lo ha salvato assumendo la sua stessa carne. Non gli é bastato dare la sua salvezza: ha dato se stesso come Salvatore, unendosi alla sua creatura. Questo , l'uomo non lo puo comprendere: ma é il disegno di Dio che essendo amore vuole liberamente unirsi all'amato, l'uomo puo accetarlo solo nella fede, tenendo gli occhi meravigliati fissi su Gesù , compimento perfetto della Parola del Padre.
vv. 23- 27 ” fallo anche qui nella tua patria”: Invece di aprirsi nella fede e lasciarsi coinvolgere nel dono di Dio, i suoi si chiudono su ció che conoscono di lui e lo pretendono. La conoscenza e pretesa della carne impediscono la fede. Questa é obbedire a Dio e seguirlo per conoscerlo, non é conoscerlo e addomesticarlo per farsi obbedire. Il rifiuto di Gesù e lo stesso dei profeti, che hanno potuto operare solo li dove non cera pretesa dell'intervento di Dio. Lì il dono ha trovato mani per essere accolto.
v.28 ” pieni tutti di ira”: Gesù era pieno di Spirito Santo. I suoi sono pieni di ira. Questo impedisce loro di accettare il dono. La durezza del cuore più cattiva é quella originata da pretesa religiosa.
v.29 ” lo scacciarono fuori”: Gesù viene respinto dai suoi. Ci si avvia alla sua tumultosa eliminazione, fuori dalla città, che il Vangelo racconta, e alla ripulsa del suo annuncio narrata dagli Atti ( 18,6) Nei ”suoi,” di Nazareth, più che Israele, sono da vedere ” i suoi” di ogni tempo, e in concreto la Chiesa stessa. Il modo in cui si rivela e scandalizza oggi noi, é identico a quello di allora a Nazareth. É lo stesso ”oggi” da accogliere o rifiutare.
v30 ”passando in mezzo a loro, camminava” : Gesù attraversa miracolosamente la folla dei nemici. Non resta preda della cattiveria degli uomini. É un pressaggio della risurrezione di colui che continua il suo cammino in mezzo a noi beneficando e risanando tutti coloro che stanno sotto il potere di satana perché Dio é con lui.
Per riflettere
• Continua la divergenza tra l’Oggi e il non ancora : Oggi si compie la Scrittura, il pensiero scritto di Dio, mentre nel non ancora permane il tempo incompiuto di ieri.
Ancora divergenza tra progetti divini e programmi umani: Dio è più avanti, mentre l’uomo delle sicurezze e del potere sedentario rallenta il passo aspettando che anche Dio si adegui.
• La Scrittura è narrata e proclamata, passa attraverso il cuore e la voce, diventa spirito di vita e indica le strade percorse da Dio alla ricerca e per l’incontro con l’uomo. Come in ogni incontro, Oggi, con la Parola.
• E ogni volta un annuncio nuovo, che si fa attuale. E l’uomo può verificarlo, quando l’ascolta, e sperimentarlo nel suo quotidiano, e così per lui diventa vitalità puntuale e storia della sua storia.
• Non sempre si succedono coincidenze ed incontri, spesso soffusi e oscurati dal dubbio: sarà veramente Dio che parla per bocca dei figli di Giuseppe, degli uomini fatti di vera e debole storia umana?
• Chiede una condizione per restare e donare: le coscienze e i cuori siano aperti in ogni direzione, come Lui,
eliminando confini e perimetri, e attendendo l’incontro con tutti gli uomini, con ogni singolo uomo.
• Resta ad ognuno la scelta: slancio e convinzione di adesione, o rifiuto e rigetto di un Dio ingombrante da frantumare ed eliminare dalla lista di programmi umani, carichi di tornaconti egoistici e di disumane violenze.
Preghiera finale: Donaci Signore lo Spirito di Sapienza, affinché sappiamo ascoltare la tua Parola e con umiltà accoglierla come Parola che interpella, discerne, libera e rigenera. Solo così potremo percorrere la via dell’amore. amen

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